Cittadini Illustri giuglianesi

Cittadini Illustri giuglianesi




Giugliano, nella sua storia, ha avuto molti cittadini che si sono distinti, in Italia ma anche in campo internazionale, per le proprie opere artistiche, letterarie, scientifiche e culturali in genere. Una fertilità di idee e di uomini di pensiero che continua ancora oggi e che qui è sintetizzata in un unico filo conduttore, anche se l’ elenco non può essere considerato esaustivo.


Giovan Battista Basile
(Giugliano 1566 – 1632): scrittore, favolista.

Governatore di Giugliano e celebre favolista, Giovan Battista Basile deve al tenace lavoro di Mons. Francesco Riccitiello e del giornalista Emmanuele Coppola, l’ esatta collocazione delle sue origini. Storico attento e scrupoloso, mons. Riccitiello, infatti, nel 1977, presentò l’ esito delle sue ricerche, ovvero il ritrovamento dell’ atto di battesimo del Basile, contenuto nel “Libro dei Battezzati” della parrocchia di San Nicola, e dell’ atto di matrimonio, del 1613, contenuto nell’ Archivio Parrocchiale di San Nicola. Un saggio del Coppola, di qualche anno fa, ha invece confutato alcune tesi, dal Croce al Corrado, sulla nascita del Basile in località estranee a Giugliano. Un’altra recente pubblicazione sullo scrittore dal titolo “Basile. Letterato preteso da troppe patrie” è invece stata curata dallo scrittore giuglianese Pasquale Stanzione. Tornando alle opere e agli scritti del letterato e favolista, il Basile deve la sua celebrità allo straordinario “Cunto de li cunti” o “Pentamerone”, un’ opera letteraria che attraverso lo stile fiabesco coniuga espressioni gergali, proverbi, invettive, con parodie, metafore e mitologia popolare. Rilevante nella linguistica del Cunto è la componente teatrale, espressa con un sapiente dosaggio di ritmi nella narrazione, e soprattutto nei dialoghi e nei monologhi dei personaggi. Il Cunto del Basile, e l’eco delle sue narrazioni, divennero una fonte d’ispirazione per tutti i favolisti moderni, valicando i confini italiani e “contaminando” le opere di celebri autori.


Nicola Cacciapuoti: pittore.

Vissuto nel 1700, Nicola Cacciapuoti, allievo del Giordano, ha lasciato numerose testimonianze della sua arte. A Giugliano dieci ovali sono conservati nella Chiesa Collegiata dell’ Annunziata e alcune tele sono nelle antiche chiese di Santa Sofia e di San Giovanni a Campo. Opere del Cacciapuoti sono poi custodite in molte chiese della Campania, come la decorazione dell’abside della Chiesa del Gesù delle Monache.

 

 

Agostino Basile
(Giugliano 1741 – Napoli 1805): storico.
Il suo volume del 1800 “Memorie istoriche della Terra di Giugliano” è stato il punto di partenza per successive ricerche sulla storia locale; molti studiosi, infatti, ne hanno ricavato preziose notizie, pur muovendo alcune critiche per la facilità con la quale Basile arrivò a delle conclusioni. Tra gli altri scritti ricordiamo: “Sacra Liturgia, o sia spiegazione letterale, istorica, canonica, dogmatica della Santa Messa”, ad uso del clero di Giugliano, pubblicato nel 1804 ed un catalogo delle famiglie giuglianesi sul finire del ‘700.


Agostino Maria De Carlo

(Giugliano 1807 – 29 gennaio 1877): filosofo, educatore.
Studiò nel seminario di Aversa e nella Congregazione dei Pii Operai di Napoli. Al termine degli studi ottenne la cattedra universitaria di filosofia teoretica e fu membro del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione. Ben presto si dimise da tale incarico per contrasti nella scelta dei professori e dei programmi. Fu Consigliere Provinciale e Consigliere comunale a Giugliano e Napoli. Sui doveri di chi ricopriva questa carica politica, scrisse una dissertazione dal titolo “Consigliere non Consigliere”. Fu anche Direttore deputato al conferimento dei diplomi ai Maestri delle elementari nel Distretto di San Giuseppe dei Nudi. A Giugliano, dove a sua memoria è intitolato un Liceo Scientifico, diresse un Ginnasio, una Congregazione di giovani e fondò il primo Asilo Infantile. I suoi scritti tra cui “Istituzione filosofica secondo i principi di Giambattista Vico” rivelano la sua appartenenza al gruppo dei filosofi ontologisti.
Anticipò il dogma dell’ Immacolata Concezione.

Il certificato di nascita e morte


 

 

 


Alberto Scialò

(Giugliano 1928 – 1984): scrittore, poeta.
Tra i suoi romanzi ricordiamo “Addio all’estate” del 1971, che segna il suo esordio come scrittore; “Il confidente”, pubblicato postumo; “La ragazza della palude” (1977), ambientato nelle aree paludose del Lago di Patria intorno agli anni ’30, considerato il suo miglior racconto. In “Autunno di sangue”, “Poesie in tre tempi” e “Essere mio” riporta testimonianze di avvenimenti cittadini. In collaborazione con Padre Filippo Castaldo, guardiano del convento giuglianese di Maria SS. delle Grazie, fondò il circolo culturale S. Francesco d’Assisi e la rivista “Piccola Ribalta”.  


Camerlingo Giovanni

(Giugliano 27/10/1919 – fronte russo 17/03/1943 )
Nato a Giugliano il 27 ottobre 1919 si trasferì a Chiavari assieme alla  famiglia per motivi di lavoro del padre Francesco , grande invalido della 1° Guerra Mondiale.
Mantenne continui contatti con la natia Giugliano alla quale era legatissimo e vi perveniva ogni anno in occasione dei festeggiamenti in onore di Maria della Pace.
Assunto nelle Ferrovie dello Stato, nel mentre continuava gli studi per conseguire il diploma di geometra , allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale fu arruolato nel Corpo degli Alpini ed assegnato alla divisione Cuneense , Battaglione Ceva , 5° compagnia, con il compito di caporale furiere.
Abile sciatore partecipò alle operazioni belliche al confino francese nel giugno del 1940.
Il 26 luglio del 1943 partì dalla stazione di Cuneo alla volta del fronte russo .
I  suoi problemi alla vista gli avrebbero permesso di ottenere  l’esonero ma il senso dell’onore e il rispetto per i suoi compagni d’armi non gli permisero mai di abbandonarli.
Giovane gentile, colto ed affettuoso durante il periodo  al fronte scrisse una notevole corrispondenza alla moglie rimasta a Giugliano.
La sua ultima lettera è datata 5 gennaio 1943.
Il precipitare degli avvenimenti lo videro tra coloro che per ultimi si arresero alle forze russe il 27 gennaio 1943 nel vallone di Valuikj combattendo in maniera eroica e valorosa
È’ stato considerato  disperso sino al 1993 quando l’attività di ricerche compiute dall’avv. Alessandra Iannone  ha permesso di stabilire la data del decesso avvenuta in campo di prigionia il 17 marzo 1943.
Sono in corso ulteriori approfondimenti per accertare se il decesso avvenne nel tristemente famigerato campo di prigionia di krinovaja dove, tra febbraio e marzo 1943, oltre 20.000 soldati italiani furono sterminati dalla fame, dal freddo, dal tifo petecchiale .
Dimenticati per non raccontare di un crimine di guerra commesso dai Russi verso i nostri soldati del quale nessuno ha mai voluto parlare.  


Giuseppe Maria Cante

(Giugliano  27/03/1894 – fronte russo 31/01/1943 )
Nacque a Giugliano il 27 marzo 1894 , quarto di otto figli dell’imprenditore terriero Domenico Cante, frequentò gli studi presso i padri gesuiti di Napoli vestendo, per qualche tempo, l’abito talare di giovane novizio.
Allo scoppio della prima guerra mondiale si arruolò volontario ed al termine di questa. si congedò con il grado di tenente degli alpini.
Il 14 febbraio 1919 gli fu conferita la Croce al Merito di Guerra
Laureatosi in Giurisprudenza esercitò la professione presso il prestigioso studio dell’avvocato Porzio.
Aderì al fascismo fregiandosi del grado civile di Sciarpa Littoria
Nel dicembre del 1929 , dopo avere abbandonato la professione, fu ordinato sacerdote nella Cattedrale di Aversa .
Fu cappellano militare in Grecia, in Somalia  ed Eritrea.
Ritornato a Giugliano si dedicò alla missione sacerdotale nella sua città natia.
Il 17 marzo 1938 gli venne conferita la Croce di Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia.
Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale si arruolò nuovamente e svolse il sacerdozio nei vari reparti Italiani operanti sul fronte greco-albanese.
Per tale attività gli venne conferita la Croce al valor Militare.
Nell’aprile del 1942 partì per la Russia col grado di Capitano Cappellano Militare assegnato alla Legione Tagliamento.
Per l’attività svolta, soprattutto a sostegno morale degli uomini impegnati nelle prime linee di combattimento, gli fu concessa la Medaglia d’Argento al valor Militare.
Per le gravi infermità, riportate durante il terribile inverno russo, gli furono amputate le mani ed i piedi .
Fu colpito da cecità da congelamento.
Morì il 31 gennaio 1943 a Leopoli dove fu sepolto nel Cimitero Militare italo-tedesco nella  tomba n. 4215.
Per il suo eroismo e la sua condotta morale e sacerdotale gli fu conferita la Medaglia d’Argento alla Memoria


Antonio Scialò

(Giugliano 1925 – 2002): pittore.
Fu consigliere comunale per 27 anni, e dimostrò anche grandi doti di pittore e poeta. I suoi dipinti, raffiguranti paesaggi incantati, sono presenti in collezioni pubbliche e private a Genova, Ferrara, Latina, Milano, Roma. Nel 1976 gli fu riconosciuto il premio “Leonardo da Vinci” di Roma; nel 1980 il premio “Michelangelo” per le arti visive di Milano; nel 1982 il premio “La quercia d’oro” di Bologna; nel 1986 la “Palma d’oro d’Europa”; nel 1988 l’Accademia dei Maestri di Brescia gli assegnò il Gran Trofeo “Una vita per l’arte”.


Arcangelo Cerqua

(Giugliano 1917 – 1991): missionario, poeta.
Ha dato vita a trasformazioni spirituali e sociali nella diocesi di Parintins in Amazzonia, facendo rifiorire anche numerose chiese locali. Tra il 1948 e il 1989 ha scritto, sulla rivista “Venga il tuo Regno”, articoli riguardanti gli usi, i costumi e il linguaggio delle popolazioni che egli stesso aveva evangelizzato. E’ stato, inoltre, un grande narratore e poeta.

 


Ascanio Palumbo

(Giugliano 1863 – 1907): oratore, studioso.
Eccellente oratore, nella Chiesa di S. Sofia contestò il padre Torregrosso, valente predicatore dell’epoca. Il Vescovo di Aversa, intervenuto nella polemica, diede ragione a Palumbo.Fu amico dei Cardinali Verde di S. Antimo e Maglione di Casoria, che sarebbe poi diventato Segretario di Stato con Pio XII. Tessé l’elogio funebre dell’amico medico e poeta Gabriele Quaranta.


Ciro De Alteriis

(Napoli 1694 – Giugliano 1775):teologo.
Ordinato sacerdote nel 1715, si divise tra le Accademie culturali e i suoi doveri di sacerdote. Nel 1751 fu nominato dal Cardinale Spinelli Canonico del Capitolo Cattedrale, a quel tempo definito “Seminario dei Vescovi”, poiché tra quei Canonici venivano scelti molti Vescovi. Insieme al Mazzocchi e al Sabatini fornì chiarimenti sul Calendario marmoreo di Napoli; fu richiesto il suo parere sui lavori di Camillo Tutini, sui Codici della Biblioteca Brancacciana e sull’opera dell’Arcivescovo Giovanni Ordino, che nel 1337 aveva illustrato le consuetudini liturgiche della Chiesa napoletana dell’epoca. Fu invitato dal Cardinale Spinelli a far parte di una selezionata assemblea di teologi che si riuniva presso il Vescovado. Il 6 settembre 1754 Re Carlo gli assegnò il Vescovado di Monopoli; quando nel 1760 sulla Puglia si abbatté una carestia, mendicava per la sua gente, dopo aver venduto i suoi beni, tra cui l’Anello e la Croce pastorale. Nel 1761 Ferdinando IV, per sua richiesta, gli concesse il Vescovado di Acerra; dovette trasferirsi ad Antignano, luogo da cui diresse la Diocesi, poiché Acerra era assediata dalla palude: non era questo il posto ideale per un uomo ammalato. Ebbe altre cariche civili, come quella di Consigliere a Latere del Re e di Vice Presidente del Tribunale Misto.


Domenico Micillo

(Villaricca 1878 – Giugliano 1972): colonnello.
Colonnello di cavalleria, vinse molti premi ippici anche a livello nazionale.
Volontario in Africa Orientale, fu Vice Presidente del Tribunale Militare del II Corpo d’ Armata in Eritrea e in Addis Abeba. Ricoprì per primo la carica di Podestà a Giugliano, dal 1927 al 1931. Aprì la strada “Fortunata Del Forno” (ora via della Resistenza) e ampliò i programmi delle Scuole Tecniche Industriali locali. S’interessò anche di archeologia; fu nominato Ispettore Onorario delle Antichità; pubblicò studi storici ed archeologici su riviste specialistiche nazionali. Per il suo interesse ortofrutticolo, ad una qualità di pesca si diede il nome di “Colonnello”.


Emmanuele Coppola

(Giugliano 1952): giornalista, scrittore.
Studioso di storia e tradizioni giuglianesi, negli ultimi anni si è interessato particolarmente di Giovan Battista Basile, con la pubblicazione del volume “Giovanbattista Basile nacque a Giugliano nel 1566” e l’ideazione di un concorso nazionale di narrativa per ragazzi: il “Premio Leirianum”. Tra le altre opere, ricordiamo: “Caduti per la nostra unica bandiera.Gli eroi militari di Giugliano nella guerra del 1940-1945”, “Giugliano anni ‘50”, “Testimonianze ed eventi a Giugliano dall’8 settembre al 5 ottobre 1943”. Come giornalista è stato direttore del periodico culturale “Noi e gli altri” e del mensile “Comune Sapere”. Attualmente è direttore della biblioteca cittadina e responsabile dell’ufficio stampa del Comune.


Eugenio Pragliola

(Rio de Janeiro 1907 – Giugliano 1989): artista di strada.
Nato in Brasile da emigranti giuglianesi, ancora bambino ritornò alla sua città di origine. Eugenio Pragliola, noto anche come “Cucciariello”, sapendo improvvisare molto bene rime sarcastiche, a circa vent’anni divenne artista girovago. Si poteva assistere alle sue esibizioni nelle piazze o sui mezzi di trasporto della provincia di Napoli. E’ stato autore di “Trapanarella” e parte di “Tammurriata nera”.


Fabio Sebastiano Santoro

(Giugliano 1669 – 1729): storico, musicista.
Sacerdote ed eccellente musicista di fama internazionale, diede un prezioso contributo sulle origini di Giugliano nella sua opera più famosa “Scola di Canto Fermo”, pubblicata nel 1715.Un intero capitolo del suo volume è dedicato alle origini storiche della nostra città, agli uomini illustri che l’avevano onorata e alla minuta descrizione degli edifici di culto. Da ricordare anche l’opera “Dottrina Cristiana”. Fu il primo a considerare Giugliano la città natale di Giovan Battista Basile; pose, nel 1700, la prima pietra della chiesa del Purgatorio.


Salvatore Pennacchio

Arcivescovo titolare di Montemarano – NUNZIO APOSTOLICO
Nato a Marano (NA) il 07 settembre 1952 ordinato sacerdote il 18 settembre 1976 laureato in Filosofia e Diritto Canonico
Entra nel servizio diplomatico della Santa Sede il 15 aprile 1979, dopo gli studi presso la Pontificia Accademia Ecclesiastica in Roma. Ha prestato servizio presso le Nunziature Apostoliche di Panama, Etiopia, Australia, Turchia, Egitto, Iugoslavia e Irlanda. Consacrato vescovo da S.S. Giovanni Paolo II il 06 gennaio 1999. Nunzio Apostolico in Ruanda fino al novembre 2003. Nunzio Apostolico in Talilandia, Singapore e Cambogia e Delegato Apostolico in Myanmar, Laos, Malesia e Brunei. L’8 maggio 2010 nominato Nunzio Apostolico in India. Parla l’inglese, il francese e lo spagnolo.


Francesco Riccitiello

(Grumo Nevano 1914 – Giugliano 2001): storico.
Figura di grande importanza del recente panorama culturale giuglianese, fu giornalista pubblicista, scrittore, storico, ricercatore, pittore e fu nominato dottore honoris causa in lettere, filosofia e storia. Nel 1987 divenne cittadino onorario, per il suo ruolo culturale e spirituale. Numerose le sue pubblicazioni che ricoprono temi di carattere religioso e storico. Ricordiamo “Da Adamo a Cristo”, “Agostino Maria de Carlo”, “S. Giuliano Martire”, “La casa sulla roccia”, “Giugliano in Campania”, “Illuminiamo la vita di gioia”, “Appunti storici su Giugliano in Campania”, “I Sarnelli”, “Il Cristianesimo a Liternum”, “Fabio Sebastiano Santoro”, “Così come ti vedo”, “Giugliano, patria di Giovan Battista Basile”.


Gennaro Antonio Galluccio

(Giugliano 1931): studioso.
Monaco benedettino dell’abbazia di Noci, da anni svolge la sua missione presso il convento francescano di Maria SS. delle Grazie. Storico del territorio e studioso di musica, ha pubblicato diverse opere, tra le quali ricordiamo “Fabio Sebastiano Santoro e la sua storia di Giugliano”, “Maria SS. della Pace venerata a Giugliano: storia e culto”, “Uno scrittore francescano allo specchio”.


Gennaro Quaranta

(Giugliano 1899 – Resina 1982): poeta.
Oltre a comporre numerose poesie, collaborò con vari giornali e riviste. Pubblicò “I Baci” con Giovanni Sarnelli, egli traducendo dal latino del 1500 e Sarnelli con una dissertazione letteraria. Tra le sue opere ricordiamo: il volume di poesie “I canti dell’ amore e della morte” del 1925, “Storia del passato”, “Come il mare” e la divertente “Maccheronata”, satira ispirata al gran digiuno dell’ ultima guerra. Di lui si interessarono diversi giornali: “L’ Osservatore Romano”, “Civiltà Cattolica”, “Collectania Francescana”, “Rivista di scienza e lettere”, “L’ Italia che scrive” e “Gli Oratori del giorno”.

LA MACCHERONATA

« E tu fosti infelice e malaticcio, o sublime Cantor di Recanati,
che bestemmiando la Natura e i Fati, frugavi dentro te con raccapriccio.
Oh mai non rise quel tuo labbro arsiccio, né gli occhi tuoi lucenti ed incavati,
perché… non adoravi i maltagliati, le frittatine all’uovo ed il pasticcio!
Ma se tu avessi amato i Maccheroni più de’ libri, che fanno l’umor negro,
non avresti patito aspri malanni… E vivendo tra i pingui bontemponi
giunto saresti, rubicondo e allegro, forse fino ai novanta od ai cent’anni…
 »

 


Gennaro Zumpano

(Mandatoriccio 1938 – Giugliano 2003): poeta, filosofo.
Autore di poesie e di ricerche storiche, Gennaro Zumpano è stato docente di Filosofia e Storia presso vari istituti superiori, tra cui il liceo De Carlo di Giugliano. Tra le sue opere più recenti, ricordiamo “Tempo di di-Speranza” e la raccolta di poesie “Inquietudini”, del 2000.


Gioacchino Taglialatela

(Giugliano 1849 – 1916): oratore, storico.
Attento studioso e ricercatore, Gioacchino Antonio Francesco Taglialatela, appartiene a quel gruppo di canonici napoletani che furono animatori della cultura: Arenare, Scherillo, Stornaiolo e Galante, di cui fu alunno e con il quale collaborò per la stesura della “Guida Sacra della Città di Napoli”. Filippino dell’Oratorio di Napoli, fu scelto dal Cardinale Sanfelice per reggere la Cattedra di Storia Ecclesiastica al Liceo vescovile. La fama delle sue lezioni arrivò a Leone III, che gli fece pervenire due “Brevi”: uno per il suo insegnamento della Storia, l’altro per il Giubileo sacerdotale. In tale occasione, nel 1897, Vescovi, Cardinali, ma anche molti laici, lo onorarono con la pubblicazione “Pel Giubileo Sacerdotale del P. Gioacchino Taglialatela dell’Oratorio di Napoli”. Produsse più di cento pubblicazioni. Si interessò particolarmente delle festività religiose cittadine, come la Madonna della Pace e il dramma per San Giuliano. Scrisse anche una “Storia di Giugliano”, andata perduta. Padre Gioacchino Taglialatela si occupò anche della conversione di Giacomo Leopardi, dello studio dei classici e dell’ archeologia.


Giovanni Sarnelli
(Giugliano 1882 – 1936): scrittore.
Oltre a collaborare con alcuni giornali, il giurista e letterato Giovanni Sarnelli fu Vice Pretore e scrisse opere teatrali, canzoni napoletane e una raccolta di liriche apprezzata particolarmente dal De Amicis.

 

 

Giulio Starace
(Giugliano 1887 – San Paolo 1952): scultore.
Terminati gli studi all’ Istituto di Belle Arti di Napoli e all’ Accademia di Roma, lavorò in Italia e in varie città europee prima di trasferirsi in Brasile, dove raggiunse il massimo della sua fama. Tra le sue opere più celebri ricordiamo: “La Bontà Accoglitrice”, “Rosas e espinhas”, “La forza e la fede”. Recentemente gli è stata intitolata una strada a Giuliano, per onorare la sua memoria.


Luigi Guardascione

(Pozzuoli 1910): pittore, decoratore.
In seguito alla scomparsa prematura dei genitori, fu accolto a Giugliano dallo zio Tagliatatela Scafati. Seguendo le orme del maestro Luigi Tagliatatela, diventa una delle figure più in vista tra i decoratori giuglianesi. Ha restaurato l’opera “Storie di S. Francesco” sita nel convento di Maria SS. Delle Grazie; ha eseguito lavori di restauro in chiese e istituti religiosi tra cui il Vescovado di Aversa, la chiesa di Santa Restituta di Sora, l’istituto dei Salesiani di Castellamare di Stabia e dei Fratelli Maristi di Manziana. Ha dipinto nature morte, paesaggi e opere a carattere religioso. Tra i suoi hobbies giovanili spicca il calcio; negli anni ’30, infatti, è portiere del Giugliano.


Luigi Marino

(Giugliano 1913 – 1988): pittore.
I fratelli Iodice iniziano alla pittura e alla decorazione il piccolo Luigi Marino. E’ possibile ritrovare le sue opere in molte chiese del napoletano e della Campania. La stessa passione per la pittura si riscontra nel figlio Giosuè, che ha presentato i suoi lavori a mostre nazionali ed internazionali.


Luigi Taglialatela

(Giugliano 1877 – 1953): pittore, decoratore.
Oltre agli affreschi della Collegiata di Marcianise, considerati la sua massima espressione, si possono ammirare molte opere del Taglialatela anche presso la Cattedrale di Caserta, la Chiesa dei Fratelli Maristi di Viterbo, la Chiesa Collegiale del Gesù di Sora e la Cattedrale di Cariati. A Giugliano si è occupato del restauro di alcune tele e della decorazione del soffitto dell’Annunziata. Suoi anche il dipinto che rappresenta S. Giuliano della Chiesa di S. Sofia e la decorazione dell’ abside della Chiesa di S. Nicola. Fu maestro di Luigi Guardascione e Giulio di Napoli.


Mario Taglialatela

(Giugliano 1908 – 1963): poeta.
Le sue opere più importanti, “Lucciole e stelle” e “Lungo la via” sono volumi di poesie pubblicate tra il 1945 e la fine degli anni ’50. Altre opere, invece, sono rimaste inedite, come ad esempio il poemetto “Gesù”, nel quale riusciamo a cogliere pienamente la ricca gamma di situazioni sentimentali che egli esprime con alta liricità, coinvolgendo i lettori. A causa di un incidente ferroviario dovette rimandare la Laurea in lettere che conseguì solo in età matura. Insegnò in varie Scuole Medie e presso i Maristi.

“Così l’anima, sfociando nell’infinita pace
non più lascerà su rovi dell’antica via
sanguinanti brandelli di sogni
ma coglierà, tra cespugli  
il fiore che non appassirà mai.”  


Luigi Argiulo

Luigi Argiulo, nato a Giugliano (NA) il 30.03.1930 ed ivi domiciliato in Via A. Palumbo, 201, giornalista iscritto all’Albo dal 1966, scrittore, pittore-ritrattista, docente in pensione, ha diretto tra il 1964 e il 1973 “Azione Politica”, «La Riscossa del Sud» e, negli anni Ottanta, «Cronache della Provincia».
Ha collaborato ai quotidiani «Il Mattino», il «Roma» e «Il Giornale di Napoli». Attualmente è opinionista del «Roma». Collabora alle riviste «Il Cerchio», «Iniziativa Meridionale» ed è responsabile dei Servizi giornalistici di Napoli 1. Nel 1959 ha lavorato all’Ansa di Bonn in Germania. Ha scritto i libri Marano di Napoli, Mugnano di Napoli, e I Vicoli di Napoli. Quest’ultimo, inserito nella collana «Tradizioni italiane» per i tipi della Newton & Compton, ha superato le duecentocinquantamila copie, affermandosi come uno dei libri di napoletanistica più venduti degli ultimi cinquant’anni.
E’ autore, inoltre, del libro «Cara Giugliano, ti scrivo…», prima e seconda parte, una raccolta di oltre cento articoli, autentico spaccato della vita politica giuglianese tra il 2003 e il 2008.
Luigi Argiulo è stato consigliere comunale di Napoli tra il 1970 e il 1975. Attualmente è Presidente dell’Assostampa Napolinord.


Massimo Cacciapuoti

(Giugliano 1971): scrittore.
Infermiere di professione, nel 1998 pubblica il romanzo “Pater familias”, che narra della vita di un gruppo di ragazzi di strada. Dal libro è stato tratto un film, per la regia di Franco Paterno, di cui lo stesso Cacciapuoti ha scritto il soggetto. Il film è stato presentato al 53° Festival Internazionale del Cinema di Berlino.


Vincenzo Pompilio Vasca

(Giuliano 1869 – Bellavista 1933): teologo.
In onore dell’allora Beato Pirotti, oggi Santo, al momento della sua ordinazione sacerdotale, il 25 agosto 1894, aggiunse al suo nome di battesimo quello di Pompilio. Nella sua tesi di laurea sulla storia di Giugliano (1889) confutò gran parte del lavoro dello storico Agostino Basile. Fondò e diresse il collegio “Mandriani” di Bellavista, dell’Ordine dei Padri Scolopi, di cui faceva parte fin da ragazzo. I suoi numerosi sonetti sono andati perduti, mentre alcuni trattati si trovano nell’ Archivio dell’ Ordine degli Scolopi. Pubblicò nel 1931 “Un fiore a Gesù Sacramento”, mentre “L’ invenzione della Croce. Psalmodia” fu pubblicato dai suoi alunni. Alla sua morte, che avvenne il 18 gennaio del 1933, il suo corpo fu conteso tra gli Scolopi di Bellavista e quelli di Campi Salentina, che volevano tumularlo accanto al Venerabile Colapinto ed al Beato Pompilio Pirotti. Il corpo rimase a Bellavista e le autorità comunali di Campi Salentina tappezzarono il paese con manifesti funebri. Al “Calasanzio” di Napoli vi è una lapide in sua memoria.


Vincenzo Taglialatela

(Giugliano 1804 – Napoli 1886): teologo, insegnante.
Per i primi studi fu affidato allo zio Michele, insegnante di Lettere al Seminario di Venafro. Entrò poi nel Seminario di Aversa; al termine degli studi si ritirò presso la Congregazione dei Cinesi a Napoli, poiché aspirava a diventare Missionario in Oriente. Gli fu conferita la laurea honoris causa in Teologia dal Cardinale Mauro Cappellari, futuro Papa Gregorio XVI. A soli 26 anni fu nominato dal Re Ferdinando II revisore dei libri in lingue straniere, in quanto insegnante di inglese, francese, greco, siriano, persiano e cinese. Insegnò Teologia presso i PP. Filippini, al Liceo Arcivescovile e alla Congregazione dei Cinesi. Quando questa stava per essere soppressa, egli si assunse il compito dell’insegnamento ai dieci aspiranti missionari rimasti, e per ognuno di loro compilò una grammatica cinese. Gli esami si tennero presso l’ Istituto di Roma “Propaganda Fide”, che avrebbe dovuto emettere il decreto di soppressione. Ma, notando l’ottima preparazione degli esaminandi, le autorità si convinsero a non sopprimere la Congregazione. Fu eletto da Pio IX Arcivescovo di Manfredonia, dove portò la pace tra famiglie nemiche. Chiese a Ferdinando II la liberazione dei prigionieri della zona; in seguito ai mutamenti politici fu esiliato e accusato di aver nominato dei Canonici, ma fu assolto. Nel 1856 fu membro della Commissione per la scelta dei Vescovi; nel 1870 fu al Concilio Vaticano, poi venne nominato per i processi di canonizzazione di Maria Longo, Padre Ludovico da Casoria e Padre Ribera. Ci ha lasciato il “Manuale di dottrine ascetiche per il clero” e la raccolta di preghiere “Dottrine di S. Alfonso M. de Liguori, di San Leonardo da Porto Maurizio, di San vincenzo de’ Paoli”.


Antonio Iodice

(Giugliano in Campania, 28 ottobre 1941)  è un politico italiano, esponente della Democrazia Cristiana e parlamentare europeo.
È stato eletto alle elezioni europe del 1984, e poi riconfermato nel 1989, per le liste della DC. È stato presidente della Delegazione per le relazioni con Malta, vicepresidente del gruppo del Partito Popolare Europeo, membro della Commissione per gli affari sociali e l’occupazione, della Delegazione per le relazioni con i paesi del Mashrek, della Commissione politica, della Commissione per i problemi economici e monetari e la politica industriale, della Commissione per la politica regionale e l’assetto territoriale, della Delegazione per le relazioni con la Repubblica popolare cinese, della Commissione per le libertà pubbliche e gli affari interni, della Delegazione per le relazioni con i paesi del Magreb e l’Unione del Magreb arabo. Dal 2006 è Presidente dell’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”, Ente di ricerca non strumentale.

Paolo Taglialatela
Un giuglianese nelle alte sfere vaticane

L’anno 1749 segna due avvenimenti importanti nella vita religiosa di Giugliano: la prima incoronazione del simulacro di Maria della pace e la morte di Paolo Taglialatela.
I due avvenimenti sono connessi e strettamente collegati tra loro.
Una incoronazione Mariana coronava la diffusione di un culto diffuso e pregno di avvenimenti miracolosi collegati ad una effige o ad una rappresentazione della Vergine. La consuetudine era sorta agli inizi del 1600 ed era, e lo sarà inseguito, vanto di poche sedi Mariane d’Italia e del mondo.
Giugliano già dalla fine del 1400 ospitava il simulacro della Vergine. Una rappresentazione inserita a pieno titolo nella tradizione iconografica del “vesperbild”, nata in Germania nella metà del 1300, e culminata nella sua massima raffigurazione la Pietà di Michelangelo Buonarroti.
La sua collocazione nella periferia napoletana non ne avrebbe giustificato la conoscenza nelle sfere vaticane se non veicolate da chi in quelle sfere professava la sua fede e la sua attività sacerdotale.
Paolo Taglialatela era un giuglianese del quale abbiamo notizia certe.
Sappiamo che viveva nel fabbricato che fa angolo tra corso Campano e vico Miciano pervenuto nella proprietà Savino proprio per discendenza Taglialatela da parte di madre.
Il palazzo sino a pochi anni orsono era ancora detto “ la casa del Vescovo”.
Paolo, terminati gli studi nel seminario di Aversa, si congregò con il sodalizio dei Pii Operarj stabilendo la sua residenza in Roma.
Questa congregazione dei Pii Operarj merita qualche cenno.
Fu fondata da Carlo Carafa, figlio don Fabrizio Carafa dei duchi di Andria e conti di Ruvo e da donna Caterina di Sangro, nacque nel 1561 a Mariglianella di Nola.
Fu soldato e combatté valorosamente nelle Fiandre, nella Savoia e come luogotenente generale contro i Turchi, liberando la città di Patrasso.
In seguito abbandonò la mondanità riprendendo gli studi giovanili con i padri Gesuiti, venendo ordinato sacerdote il 1° gennaio 1600. La sua opera si svolgeva soprattutto tra agli ammalati dell’Ospedale degli Incurabili di Napoli. Assieme ad alcuni sacerdoti napoletani, iniziò nel 1602 la predicazione di missioni rurali, percorrendo a piedi i paesi e le contrade dei dintorni di Napoli, istruendo gli ignoranti, confortando i moribondi, istituendo conservatori e orfanotrofi, fondando chiese e conventi in Napoli e provincia. Istituì così nel 1602 la Congregazione della Dottrina Cristiana, che nel 1621 cambierà il nome in Congregazione dei Pii Operai, con lo scopo dell’assistenza e istruzione della gente rurale delle campagne e dei sobborghi della città, che era maggiormente abbandonata. Nel 1606 costruì il Santuario della Madonna dei Monti, ai Ponti Rossi in Napoli, che divenne la culla della nascente Congregazione. Nella sua molteplice attività evangelizzò le tribù di zingari accampati nella periferia della città, assistette i condannati a morte e cercò di istruire e convertire gli schiavi maomettani. Altro campo d’azione del suo fervore apostolico fu la conversione delle meretrici per accogliere le quali fondò il Conservatorio di S. Maria del Soccorso e, successivamente, un altro conservatorio detto poi dal popolo “delle Pentite”. La sua Congregazione ebbe uno sviluppo notevole fra Napoli, Roma e dintorni nei secoli XVII e XVIII; nel 1656 sfiorò l’estinzione, quando tutti i suoi membri, nell’assistere gli appestati, contrassero la malattia morendo, solo quattro sopravvissero. Il Basile ci informa che alla data del 1800 altri cinque sacerdoti di Giugliano operavano all’interno di questa cristiana congregazione, purtroppo non riportandone i nomi.
Dunque Paolo svolge la sua vita in Roma, la sua cultura è tale che sia il papa Benedetto XIV che i membri del santo Officio facevano tesoro delle sue opinioni in materia di dottrina e di fede. Quindi Paolo è il probabile viatico alla incoronazione del simulacro della Madonna della pace e, non a caso, affianca l’inviato apostolico, mons. Assemani, nella gestione delle celebrazioni di tale importante avvenimento.
Per i misteriosi disegni che caratterizzano la vita umana Paolo muore proprio durante questa missione nella sua terra di glorificazione di una effige alla quale dovette tenere in modo particolare. Il suo certificato di morte ne descrive la sua appartenenza all’ordine dei Pii Operarj e fissa la data della sua dipartita il 13 giugno del 1749.
Viene sepolto nella cappella beneficiale di famiglia della Maria Maddalena.
Quella chiesa al corso Campano in fase di scomparsa, oggi, avvolta da tubi e travi ad offesa della memoria di quanti in essa vi sono sepolti, compreso il teologo Paolo Taglialatela.

CANONICO MIGLIACCIO 1854-1945

Antonio Migliaccio nacque a Giugliano in Campania il 19 dicembre del 1854 da Raffaele e da Luisa Del Pezzo, la famiglia si trasferì successivamente da Giugliano a Qualiano (Na), dove i Migliaccio possedevano una cascina rurale.Nonostante l’opposizione del padre, il piccolo Antonio compì gli studi teologici e filosofici presso il francescano Padre Ludovico nel Convento di Giugliano e il 22 dicembre 1877 fu ordinato sacerdote ad Aversa dal Vescovo Monsignor Domenico Zelo.

Promosse la rinnovamento della Chiesa Parrocchiale di Santo Stefano in Qualiano, che si trovava in stato di fatiscenza ed era divenuta insufficiente per l’accresciuto numero di abitanti. I lavori, approvati dal Vescovo, Monsignor Carlo Caputo, terminarono nel 1896.Ad Aversa, in via Sant’Andrea, nel 1896 fu nominato Rettore del Convitto dei Chierici, fondato dal Vescovo Caputo.  Ricoprì la carica fino al 1º luglio 1937, quando la Congregazione dei Sacramenti fuse l’istituto con il primo Seminario Diocesano. Nel 1916 fu eletto Canonico Cattedrale di Aversa: fu inizialmente Penitenziere e, dal 1932, Succantore del Capitolo della Cattedrale. Predicatore Apostolico e confessore di diversi istituti religiosi della Diocesi, era sempre conteso perchè la sua parola, chiara ed efficace, aveva il potere di attirare anime e cuori a Dio. A Giugliano era spesso presente per i panegirici in occasioni delle feste parrocchiali. Nel1912, ispirato da Dio, fondò a Qualiano un’istituzione per l’educazione delle orfane e l’assistenza agli anziani abbandonati. La prima sede dell’Opera fu la cascina Migliaccio, la vecchia masseria di famiglia, e il sacerdote ebbe come collaboratrici sua sorella Beppina e altre giovani donne di Qualiano, che si misero a disposizione come educatrici. Per garantire continuità all’Opera, nel 1932 fondò la Congregazione delle Suore Discepole di Santa Teresa del Bambin Gesù.

La Congregazione Religiosa ottenne il riconoscimento a Istituto di Diritto Pontificio il 19 luglio del 1969, ed oggi opera in tutti i continenti. Morì il 22 gennaio 1945 all’età di 90 anni, dopo due giorni furono celebrati, nella parrocchia Santo Stefano, i solenni funerali. Il 27 aprile del 1947 la salma fu traslata nella Chiesa della Congregazione su richiesta delle sue Suore e del popolo.

Nel 1970, Monsignor Antonio Cece, Vescovo di Aversa, accolse l’istanza della Congregazione Religiosa per l’apertura del Processo di Canonizzazione per il Canonico Antonio Migliaccio.

 

RAFFAELE CANTONE

Raffaele Cantone nato a Napoli il 24/11/63 ha conseguito il 26 ottobre 1986 la
laurea in giurisprudenza presso l’Università degli studi Federico II di Napoli con la
votazione di 110/110 e lode discutendo la tesi in diritto penale dal titolo “Il reato
impossibile”;
Si è specializzato in diritto e procedura penale presso la medesima Università in
data 26 maggio 1992, con voto 50/50 e tesi sulla “Disapplicazione della concessione
edilizia”. E’ stato vincitore di borsa di studio bandita dal Ministero dell’Università e la Ricerca scientifica per la partecipazione alla Scuola di specializzazione citata.
Quanto alle attività lavorativa svolta, è attualmente magistrato che ha superato
la quinta valutazione di professionalità.
Nel settembre 99 è stato designato alla Direzione Distrettuale Antimafia, dove si è occupato delle indagini sui gruppi camorristici operanti nel casertano; in particolare, ha istruito processi riguardanti tutti i reati di competenza della sezione specialistica, ha seguito le collaborazioni di alcuni importanti testimoni di giustizia e soprattutto di numerosissimi collaboratori di giustizia della zona (Carmine Schiavone, Augusto La Torre, Diana Luigi, Mancaniello Gianfranco, Sperlongano Mario e numerosi altri) Ha coordinato le indagini relative alla latitanza dei principali soggetti operanti nel contesto (Schiavone Francesco di Luigi, Iovine Antonio, Zagaria Michele ed altri; oltre alle indagini riguardanti la ricostruzione degli organigrammi dei principali
sodalizi operanti in provincia di Caserta (segnatamente, del clan dei casalesi e dei gruppi satelliti o alleati con esso, tra cui si indicano, fra gli altri, il gruppo Schiavone-Bidognetti, il gruppo Zagaria, il gruppo Iovine, il gruppo
La Torre, il gruppo Esposito, il gruppo Massaro) e su alcuni dei più importanti eventi omicidiari avvenuti in provincia di Caserta (es, cd strage di Pescopagano, duplice omicidio Beneduce Miraglia, omicidio Mario Iovine)
ha seguito in modo particolarmente proficuo le indagini relative alle infiltrazioni dei predetti gruppi nell’Italia del Nord (Emilia, Veneto) e al riciclaggio e reimpiego dei capitali mafiosi all’estero (Inghilterra, Scozia, Germania, Ungheria e Polonia) ed ha istruito numerosi processi riguardanti le infiltrazioni delle organizzazioni malavitose nelle amministrazioni locali, occupandosi, altresì, dei principali filoni di indagine relativi alla infiltrazione
del gruppo camorristico casalese nel settore dell’emergenza dei rifiuti e dei consorzi pubblico- privati esistenti in provincia di Caserta; proprio in conseguenza di tali attività di indagine è stato sottoposto a misura di
sicurezza di natura personale che si protraggono ancora oggi.
Dall’ottobre del 2007 è stato trasferito al Massimario della Corte di Cassazione; in una prima fase è stato destinato al settore civile dove è rimasto ininterrottamente per quattro anni fino a tutto il settembre del 2011; poi è passato al settore penale e dall’ottobre del 2013 è coordinatore del medesimo settore penale ed in questa veste ha altresì
coordinato i lavori della rassegna di giurisprudenza per l’anno 2013.
Dal momento dell’assegnazione al settore penale si è occupato prevalentemente della massimazione delle sentenze della VI sezione penale della Corte di Cassazione che si occupa dei reati contro la pubblica amministrazione e dopo l’entrata in vigore della legge anticorruzione n. 190 del 2012 si è occupato della massimazione di tutte le sentenze chehanno fatto applicazione della nuova legge. Ha, altresì, redatto oltre a varie relazioni per le Sezioni Unite penali, per quanto qui di interesse, relazioni specifiche sulle questioni interpretative poste dalla legge
anticorruzione (in particolare, relazione di orientamento della giurisprudenza della Corte di Cassazione sui criteri differenziali fra il delitto di concussione e quello di indebita induzione e relazione per l’udienza delle Sezioni unite del 24 ottobre 2013, sempre sui criteri differenziali fra la fattispecie di indebita induzione e di concussione a seguito dell’entrata in vigore della l. n. 190 del 2012).