Festa patronale di San Giuliano Martire

Festa patronale di San Giuliano Martire




 

La narrazione della vita e del martirio di San Giuliano si ricava dalla “Passio Sancti Juliani”. Questo tipo di narrazione riporta alcuni elementi di carattere non strettamente storico ma verosimile, o elementi fantastici e prodigiosi, introdotti dall’autore allo scopo di rendere la “Passio” una lettura edificante, che può suscitare sentimenti di ammirazione e di devozione verso il Martire. La parte leggendaria muove comunque da un terreno storico, rispondente a fatti realmente accaduti. Il nome Giuliano deriva dal latino “Julianus”, dalla “Gens Julia”. San Giuliano era un bel giovane, aitante e fiero, un valoroso ufficiale delle milizie romane, di origine dalmata. Ricevette il dono della fede, che era stata annunciata in Dalmazia dal discepolo di San Paolo, Tito e, col crescere degli anni, cresceva in lui anche l’amore per Cristo e l’amore per l’apostolato. Seguendo l’ispirazione dello Spirito Santo, Giuliano abbandonò la Dalmazia ed arrivò in Campania, dove diede subito inizio all’opera di evangelizzazione.

Sorpreso dai legionari imperiali presso Anagni mentre predicava il Cristo, fu arrestato, secondo le disposizioni imperiali che vigevano a quel tempo. Per volere del proconsole Flaviano fu rinchiuso per sette giorni in una tetra prigione, in una località denominata Vallefredda. Il proconsole sperava così di convincerlo ad abbandonare la fede nel Cristo: un giovane tanto bello e tanto fiero sarebbe stato una magnifica conquista per il mondo pagano. Il settimo giorno però i soldati trovarono Giuliano stranamente pieno di vita, con un’espressione di gioia sul volto. Una luce celestiale brillava in quello sguardo profondo, il suo spirito era pervaso dalla Grazia, mentre le forze fisiche erano misteriosamente ristorate, nonostante la mancanza di cibo e acqua. Flaviano, dopo vane lusinghe e seducenti promesse, lo condannò al supplizio della catasta, un diabolico ordigno, a forma di tavola, su cui veniva legato il condannato per poi tormentarlo con strazi atroci. Giuliano, durante il barbaro trattamento, si rivolse a Dio, fonte unica della sua forza d’animo e durante il supplizio, anziché emettere gemiti, incominciò a predicare agli astanti il nome di Cristo. 

Giuliano venne nuovamente rinchiuso in prigione per un giorno, in modo che riprendesse le forze e fosse pronto per affrontare un altro atroce supplizio, l’eculeo, un cavalletto su cui veniva steso il corpo per torturarne violentemente le membra e slogarne le ossa. Ma il giorno seguente, appena gli aguzzini diedero inizio ai tormenti, le loro mani restarono inaridite, con grande stupore del proconsole Flaviano, che nello stesso momento apprese da un corriere la notizia del crollo del tempio di Serapide, insieme alla statua della falsa divinità. Il proconsole fu sconvolto e spaventato e diede ordine che Giuliano venisse decapitato. Fu così che il 27 gennaio, sotto l’imperatore Antonino il Pio, di fronte alle rovine del tempio crollato, Giuliano offrì il suo bel capo alla mannaia. Un gruppo di cristiani prese in consegna le spoglie di San Giuliano, le avvolse in lenzuola alternate a strati di calce e le seppellì presso le rovine del tempio crollato.

A distanza di quattordici secoli, le sacre spoglie del Santo furono rintracciate dal Vescovo di Sora Mons. Girolamo Giovannelli e, con pompa solenne e grande partecipazione del popolo, furono traslate nella chiesa di S. Spirito in Sora il 6 Aprile 1614. L’11 Aprile 1622 i cittadini della città di Giugliano inviarono a Sora una Delegazione, la quale ottenne dal Vescovo Mons. Girolamo Gioavannelli alcune reliquie del Santo, un osso del cranio e l’osso “fucile”. Queste reliquie furono così portate in processione solenne per le vie della città di Giugliano e il 15 Maggio 1622 San Giuliano venne acclamato Patrono della città. Al Santo fu dedicata, nel 1631, la cappella detta del Tesoro nella chiesa di Santa Sofia. Risale invece al 1755 il quadro sotto la volta della chiesa raffigurante il Martirio di San Giuliano, opera di Nicola Cacciapuoti; la bellissima statua d’argento del Santo fu poi rifatta, poichè la prima fu rubata nel 1811.

 

 

 

 

 

Facendo un passo indietro nel tempo, prima di San Giuliano Martire, la Patrona di Giugliano fu dapprima Sant’Anna, poi Santa Giuliana Martire, protettrice dei Cumani che si stabilirono qui in città. Attualmente nella chiesa di Santa Sofia si conserva la statuetta d’argento e rame della Santa, che fu venerata quale Patrona principale di Giugliano fino al 1526. In quell’epoca, poichè l’antica chiesa del Corpo di Cristo ebbe il titolo di Santa Sofia per il culto tributato a questa Santa, il cui piccolo simulacro d’argento venne portato da Cuma a Giugliano, fu dichiarata come Protettrice Principale di Giugliano Santa Sofia.