Il rito del “volo dell’angelo”

Il rito del “volo dell’angelo”




 

Quest’anno la pentecoste si celebrerà Il 24 maggio e con essa si ripeterà il rito del “volo dell’angelo”.

Per comprendere il perché di questa data mobile  bisogna capire cosa rappresenta la Pasqua e come si determina la sua data annuale. Nel mondo ebraico la pasqua, chiamata Pesach, celebra la liberazione degli Ebrei dall’Egitto grazie a Mosè e riunisce in se due riti: l’immolazione dell’agnello ed il pane azzimo. La parola significa “passare oltre” e deriva dal fatto che durante la decima piaga che colpì l’Egitto,  il  Signore, quando vide il sangue dell’agnello sulle porte di Israele “ passo oltre”,  colpendo solo i primogeniti  maschi delle famiglie egiziane, compreso il figlio dal Faraone. Questo ricordo è l’essenza della festa che dura sette giorni durante i quali non si mangia pane lievitato ma solo quello azzimo, come quello che fu consumato durante la fuga dall’Egitto, per questo è detta anche “festa degli azzimi”.

Con il cristianesimo la Pasqua ha assunto il significato del passaggio da morte a vita per Gesù e il passaggio a nuova vita per i Cristiani, liberati dal peccato con il sacrificio sulla Croce e chiamati a nuova vita. Per questo la Pasqua Cristiana e è detta di Resurrezione mentre quella Ebraica è detta di Liberazione.

Come si stabilisce la data della Pasqua?

Non ci dilungheremo in spiegazioni complicate di astronomia diremo solo che la festa della Pasqua Cristiana è mobile, poiché cade la domenica successiva al primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera (quest’ultimo per la Chiesa cade sempre convenzionalmente il 21 marzo, sebbene l’equinozio astronomico oscilli tra il 20 e il 21). Dionigi il Piccolo ha calcolato che la data della Pasqua è sempre compresa tra il 22 marzo e il 25 aprile. Infatti, se proprio il 21 marzo è giorno di luna piena e cade di sabato, sarà Pasqua il giorno dopo (22 marzo), se invece è domenica il 21, il giorno di Pasqua sarà la domenica successiva (28 marzo). D’altro canto, se il plenilunio cade il 20 marzo, il successivo si verificherà il 18 aprile, e se questo giorno è una domenica occorrerà aspettare la domenica successiva, cioè il 25 aprile. È Pasqua bassa dal 22 marzo al 2 aprile, media dal 3 al 13 aprile, alta dal 14 al 25 aprile. La tradizione della Chiesa cattolica vuole che la data della Pasqua sia annunciata ai fedeli dal sacerdote celebrante durante i riti della festività dell’Epifania il 6 gennaio.

La Pentecoste è anch’essa una festa di tradizione ebraica e rappresentava  una festa di ringraziamento. Per la Chiesa Cristiana è una festa che celebra l’effusione dello Spirito Santo, ovvero il rinnovarsi dei sacramenti, primo tra tutti quello del battesimo, dono del Cristo risorto, e la nascita della Chiesa. Per i cattolici cade nel cinquantesimo giorno dopo la Pasqua e quindi la sua data dipende da quest’ultima festa. Nell’ebraismo la Pentecoste è una delle tre festività, dette  pellegrinaggi, denotanti feste di pellegrinaggio a Gerusalemme. Si riferisce allo Shavuot (letteralmente: settimane), celebrato sette settimane dopo la Pasqua ebraica. Celebra la rivelazione di Dio sul Monte Sinai, dove ha donato al popolo ebraico la Torah. E’ legata alle primizie del raccolto.

Il termine Pentecoste, utilizzato dagli ebrei di lingua greca, si riferisce alla festa, conosciuta nell’Antico Testamento come “festa della mietitura e delle primizie”, “festa delle settimane”, “giorno delle primizie”, e definita più tardi “asereth” o “asartha”, cioè “assemblea solenne” e, probabilmente, “festa conclusiva”: Pentecoste è la festa per la fine del raccolto e della stagione che segue la Pasqua. Come l’offerta di un covone d’orzo segnava l’inizio della stagione del raccolto, così l’offerta di un pane prodotto con il grano nuovo ne segnava il termine. Questo non significa che Pentecoste, originariamente, fosse una semplice festa agricola, ma dimostra che la legge mosaica si rivolgeva ad una popolazione agricola, adattandosi perfettamente ai suoi particolari bisogni ed abitudini. La festa era un’occasione per gioiose riunioni sociali e possiamo dedurre dal Nuovo Testamento che, come per la Pasqua, un gran numero di   ebrei provenienti da tutte le parti del mondo raggiungevano Gerusalemme per parteciparvi .

All’interno del gruppo dei discepoli di Gesù Cristo, seguendo quanto narrato in Atti 2,1-11, la Pentecoste ha perso il significato ebraico per designare invece la discesa dello Spirito Santo, vista come la nuova legge donata da Dio ai suoi fedeli e come la nascita della Chiesa, cominciando dalla comunità di Gerusalemme, o “comunità gerosolimitana”.

La ricorrenza della Pentecoste, diventata un appuntamento fisso del calendario liturgico, è detta anche Festa dello Spirito Santo e conclude le festività del Tempo pasquale. Che Pentecoste sia nata nel periodo apostolico è dichiarato nel settimo frammento attribuito a Sant’Ireneo. In Tertulliano la festa appare già ben definita. Le Costituzioni Apostoliche stabiliscono che la Pentecoste duri una settimana,  ma in Occidente l’ottava si cominciò a celebrare in periodo più tardivo.

L’invio dello Spirito Santo da parte di Gesù risorto su Maria e gli apostoli è l’ultima delle quattordici stazioni della Via Crucis cattolica. Esso è anche il terzo dei misteri gloriosi del Santo Rosario.

Ancora nel XIX° secolo esisteva in Italia l’uso di far piovere dall’alto sui fedeli, durante la messa di Pentecoste, dei petali di rose rosse, per evocare la discesa dello Spirito Santo. Per questo la festività prese il nome anche di “Pasqua rosata”, che conserva tuttora in alcune zone del centro e del sud dell’Italia. Il termine italiano “Pasqua rossa” deriva dal colore rosso dei paramenti sacri usati a Pentecoste. In Francia era uso suonare le trombe durante il culto, per ricordare il suono del potente vento che aveva accompagnato la discesa dello Spirito Santo. In Inghilterra la folla si intratteneva con corse di cavalli. Durante i Vespri di Pentecoste, nella Chiesa d’Oriente, si formò l’usanza dello speciale rito della genuflessione, accompagnato dalla lunga preghiera poetica e dai salmi. Durante la festa di Pentecoste i russi portano in mano fiori e rami verdi.

Come abbiamo visto molti elementi che caratterizzano la festività della Pentecoste, sia come ricorrenza liturgica sia che di tradizione locale, sono presenti nella nostra celebrazione della Pentecoste. Il massimo contenitore di significati rimane il “volo dell’angelo” che, come detto, rievoca la discesa dello Spirito Santo. Di questo parleremo nel prossimo articolo che concluderà i cinque che la pro-loco di Giugliano, con la cortese ospitalità concessa dal giornale AbbiAbbè, ha voluto dedicare alla festa della Pentecoste come momento di tradizione e storia della nostra comunità.

Antonio Pio Iannone
Pro loco Giugliano
13 maggio 2015